
Mentre i giornalisti di regime (non di Ceauşescu ma di Berlusconi IV) hanno ottemperato solertemente alla velina indicante la necessità di porre in rilievo - come in una macabra gara - che gli italiani sono in testa per stupri commessi, in Romania ci danno lezioni sulla certezza della pena…
Quando li prendono, riescono, spesso, a farla franca. C’è sempre qualche giudice che «cavilla» e li rimette fuori. Già pronti per ricommettere qualche reato. È ormai assodato che il rischio di pene più basse ha «attratto» in Italia innumerevoli criminali con precedenti penali in Romania quando il paese è entrato nell’Unione Europea. Particolarmente apprezzata la facilità di ottenere gli arresti domiciliari concessa dal nostro codice. Dopo i recenti (e reiterati) casi di violenza sessuale perpetrati da connazionali, la Romania ha annunciato, nei giorni scorsi, un piano per il rientro in patria dei criminali. La notizia ha creato un certo allarme nel paese. Il ministro degli Interni Dan Nica ci ha tenuto a puntualizzare: «Siamo preparati, abbiamo un programma di welcome home per tutti quei deliquenti che rientrano in patria» precisando che saranno adeguatamente messi dietro le sbarre. E c’è da giurarci.
Se i romeni stupratori arrestati a Roma avessero commesso il reato nel loro paese rischierebbero dai 10 ai 25 anni di carcere (c’è l’aggravante della violenza su minorenne). Il Codice penale italiano punisce lo stesso delitto con una condanna da 5 a 10 anni. Lo stupro, in Romania, prevede pene dai 3 ai 10 anni. Dai 5 ai 18 anni, invece, se è di gruppo, la vittima è disabile o membro della famiglia. Se la violenza sessuale, poi, finisce con un omicidio le condanne oscillano dai 15 ai 25 anni. In Romania dalla fine della dittatura di Ceasescu non c’è più l’ergastolo.
Condanne esemplari anche per la rapina. Dai 3 ai 18 anni se è semplice; si sale dai 5 ai 20 se i rapinatori sono mascherati e il crimine si compie in uffici pubblici, di notte o contro trasporti valori, da 7 ai 20 anni quando è una rapina di gruppo con sparatoria e ci sono lesioni personali gravi, da 15 ai 25 se c’è il decesso della vittima. La rapina in Italia è normalmente punita con la reclusione da 3 a 10 anni. Un esempio per tutti Karol Racz, uno dei due arrestati per lo stupro della Caffarella, che ha scontato tre anni di carcere per furto e ricettazione.
Inoltre nel paese dell’Est Europa sembra che la giustizia marci più spedita che da noi. Dopo l’arresto è prevista una carcerazione preventiva di trenta giorni (che può protarsi per altri trenta). Il procuratore ha circa un mese di tempo per studiare il fascicolo che riguarda il detenuto. Se ci sono le condizioni istruisce il processo in tempi piuttosto rapidi. Il processo può durare tre-quattro anni, se si presenta particolarmente complesso. Se invece le prove sono solide si può concludere anche in sette mesi.
Il primo ministro romeno Tariceanu ha recentemente criticato le autorità italiane perché hanno permesso e permettono la costituzione di campi nomadi abusivi vicino a Roma o in altre città. «In Romania questo non accadrebbe - ha ribadito - Vi sono inoltre leggi più dure, il carcere per chi delinque e la certezza della pena. I criminali non hanno nazionalità. Delinquono in Romania ma anche in ogni altro paese dove vanno. Ed è più incoraggiante per loro sapere che non dappertutto vengono puniti».
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