sabato 19 dicembre 2009

Dopo il crocifisso, la Corte Europea ci prova con l’aborto


Dopo i crocifissi in Italia ora tocca alla legge antiabortista irlandese. Lo scorso 9 dicembre, infatti, si è svolta a Strasburgo, davanti ai 17 giudici della Grande Camera della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, l’udienza relativa al ricorso promosso contro l’Irlanda a causa della legislazione pro-life vigente in quello Paese.
Il caso è giunto avanti alla Corte a seguito della richiesta avanzata da tre donne irlandesi di veder riconoscere il “diritto” di aborto anche nell’Isola di smeraldo.
L’interruzione volontaria della gravidanza è attualmente illegale in Irlanda, a meno che la vita della donna non sia in grave pericolo, e persino la Costituzione è stata modificata nel 1983 per includere un emendamento pro-life. Oggi, infatti, nella Carta Costituzionale irlandese si legge: «Lo Stato afferma il diritto alla vita del nascituro e, tenuto conto dell’eguale diritto alla vita della madre, garantisce nella propria legislazione il riconoscimento e, per quanto possibile, l’esercizio effettivo e la tutela di tale diritto, attraverso idonee disposizioni normative».

Il governo irlandese non ha esitato a difendere a spada tratta la propria Costituzione e le norme che ne derivano in tema di aborto, davanti ai giudici di Strasburgo. L’Avvocato Generale dello Stato, Paul Gallagher, ha dichiarato, senza mezzi termini, che il ricorso rappresenta un «significant attack» al sistema sanitario irlandese. Gallagher si è rivolto alla Corte affermando che «il diritto alla vita del nascituro è basato su fondamentali valori morali profondamente radicati nel tessuto sociale irlandese».
La sentenza della Corte Europea è attesa per l’anno prossimo.

Ora, a prescindere dal merito dei singoli casi pendenti avanti la Corte di Strasburgo, la questione più generale che si pone è quella di capire se sia ammissibile che la cultura, la tradizione, i valori e persino le norme approvate in parlamento attraverso un processo democratico, possano essere messe in discussione da un organismo internazionale artificialmente creato e del tutto avulso dal contesto che è chiamato a giudicare.

Il paradosso si ingigantisce se si considera che quella cultura, quelle tradizioni, quei valori e quelle leggi appartengono ad uno stato membro dell’Unione Europea e possono essere smantellate da un organismo che con l’Unione non ha nulla a che vedere.

Sì, perché la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, nonostante l’altisonante aggettivo, non è un’istituzione dell’Unione Europea e non va confusa, come spesso accade, con la Corte di Giustizia Europea, che invece è, a tutti gli effetti, un’importante componente dell’architettura istituzionale comunitaria.

Gli strenui difensori dei principi liberali e democratici si dovrebbero porre il problema se sia giusto consegnare la sovranità popolare di un Paese membro dell’Unione Europea a diciassette uomini dalle più disparate estrazioni, visto che fanno attualmente parte della Corte anche giudici provenienti dalla Turchia, dalla Macedonia, dall’Albania, dal Montenegro, dalla Moldavia, dalla Georgia e persino dall’Azerbaigian.

Quando scoppiò il caso dei crocifissi, scoprimmo che il giudice della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo in rappresentanza dell’Italia è Vladimiro Zagrebelsky, talmente imparziale da aver meritato il premio di “Laico dell’anno 2008″, conferitogli dalla Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni, aderente alla EHF - FHE European Humanist Federation.
C’è forse qualcuno disposto a scommettere su come Zagrebelsky si pronuncerà in merito alla questione irlandese?

2 commenti:

  1. mi sembra + che normale affermare che col tratto di Lisbona ci avviamo sempre + verso
    una specie di "dittatura light" che stravolgerà sicuramente molte delle leggi nazionali indette su costumi e cultura prettamente nazionale.......l'europa dei burocrati è completamente cio che non si è mai voluto.(teoricamente)l'Europa delle Nazioni è
    lettralmente cosa morta
    Fritz

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  2. Fritz le tue parole sono pienamente condivise..c'è da aggiungere poco o niente,se non chè oltre all'Europa delle Nazioni,sta morendo l'intero popolo del Vecchio Continente,calpestato nel proprio essere da burocrati e massoni!
    Un saluto legionario
    milite nero

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COL TUO CONTRIBUTO, MILITANTE E CONCRETO,DARAI LA POSSIBILITA' A FORZA NUOVA DI PERSEVERARE NELLE BATTAGLIE SOCIALI E IDENTITARIE CHE DA SEMPRE LA CONTRADDISTINGONO DA QUALSIASI ALTRO MOVIMENTO O PARTITO POLITICO DELLA DESTRA RADICALE.
COME BEN SAI FORZA NUOVA NON RICEVE ALCUN TIPO DI CONTRIBUTO ELETTORALE STATALE E LE SUE LOCALI SEZIONI SPARSE SUL TERRITORIO SI REGGONO ESCLUSIVAMENTE ATTRAVERSO IL SACRIFICIO DI UOMINI CHE VEDONO NELLA POLITICA NON UN MESTIERE MA UNA MISSIONE.
"NON ESSERE CONSIDERATO SOLO UN NUMERO,E DA OGGI...CONTA ANCHE TU!"